BÜRISWILEN – 11/17 agosto 2010

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Quello di Büriswilen è un raduno speciale e altrettanto speciale è il viaggio che si fa per arrivarci. C’è chi ci è stato talmente tante volte che non saprebbe più dire con esattezza quante, c’è chi ci è stato per la prima volta e non vede l’ora di tornarci e chi ancora non sa di cosa si tratti. Lasciate che vi dica una cosa: è un’esperienza memorabile, di quelle che fanno nascere le nostre leggende e che forgiano il carattere.
Questa è una di quelle occasioni dove il club da il meglio di se e si vede veramente per quello che è. Ma viaggiare così, guidare così, non è da molti. Se poi lo si fa a bordo di un mezzo che ha almeno 40 anni, con mezzi manubri e pedane arretrate, potete stare certi che siamo davvero in pochi a farlo.

Non è una cosa da affrontare con leggerezza, ci vuole un minimo di preparazione, ci vuole resistenza fisica e determinazione ma la fatica che si può provare è niente se paragonata al divertimento e alla libertà che poi diventano una parte indelebile di chi partecipa.

Possiamo fare tutti i programmi che vogliamo, pianificare le tappe e gli itinerari ma alla fine c’è una buona dose di imprevedibilità che bisogna affrontare con cuore, sapendo che l’avventura è davvero dietro l’angolo.

Lèggere i capricci del tempo all’orizzonte mentre con un orecchio si ascolta il fruscio delle valvole (valvole lente, motore potente) e si tiene il passo con il resto del gruppo, in mezzo al frastuono glorioso dei motori alla carica. Controllare l’olio durante una sosta rifornimento per capire cosa sta succedendo dentro alla Macchina. Scoprire con un misto di sorpresa, fomento e terrore che la nostra motocicletta è capace di ben più di ciò che credevamo, che più gli diamo il gas e più corre veloce, come una cannonata verso il bersaglio… Guardare le nostre motociclette alla fine di una giornata in sella, coperte di polvere, con i giusti trasudi d’olio come sudore sul dorso di un purosangue e capire senza ombra di dubbio che siamo di fronte a mezzi costruiti da uomini e non da automi. Sono sensazioni che vanno vissute sulla pelle per poterle veramente capire. Sembra che gli Dèi abbiano messo in ordine quel che serve per farci fare un viaggio straordinario.


AVANTI E GAS APERTO!








Dettagli pratici…
Come sempre, questo è un raduno (e di conseguenza un viaggio) riservato esclusivamente e tassativamente alle motociclette d’epoca inglesi senza eccezioni.

Partiamo per un viaggio di 3,000 chilometri ed è una prova di resistenza sia per il pilota che per la motocicletta. Le tappe sono lunghette e non si va a spasso, anzi

È fondamentale che veniate con un mezzo in grado di affrontare tutto il viaggio. Provate e riprovate tutta la motocicletta su percorsi di almeno un centinaio di chilometri: non serve a niente andare da casa al baretto dietro l’angolo, non è in dieci minuti in città che vengono fuori i problemi!

Una volta scoperti eventuali problemi e/o guasti, non indugiate: rimediate subito e come si deve!

Non presentatevi con il serbatoio dell’olio legato con le fascette, le gomme finite, l’impianto elettrico di marzapane e il motore che sta per esalare l’ultimo respiro. Non è giusto rallentare o addirittura interrompere il viaggio a tutto il gruppo per la pigrizia di non aver preparato il mezzo a dovere.

Sia ben chiaro, un guasto può capitare (e capita inesorabilmente) a tutti, e in quel caso siamo tutti lì per aiutarci l’un l’altro – ma non pensate di venire in viaggio con la moto sfasciata, sperando di farvela restaurare a gratis lungo il cammino, furbacchioni.

Oltre ai soliti ricambi e attrezzi che dovreste avere con voi, vi consiglio di fare un rapido calcolo di quanto olio (motore e cambio) consuma la vostra motocicletta e di portare con voi almeno una confezione di olio motore per poter rabboccare strada facendo a seconda delle necessità.

Organizzatevi un bagaglio razionale: la cosa migliore sono le borse da sella, non importa che siano Belstaff o Lewis Leathers d’epoca, l’importante è contenere il peso e non intralciare la pedivella d’avviamento. In quanto a cosa portare quello dovete deciderlo voi. Durante il giorno fa caldo ma la sera, specialmente in Svizzera può fare decisamente freddo e una felpa (una FLEPPA!) può non bastare.

Non tentate inutilmente la sorte: portate la tuta antipioggia…

Questa è un’avventura: si parte ma non ci sono certezze. Arriveremo? Che succederà? Come andranno le moto? Le risposte si trovano lungo la strada.

Se avete dubbi, perplessità o domande, se volete qualche consiglio in più riguardo a cosa portare e come portarlo scrivete a: heartsownersmotorcycleclub@gmail.com


Ecco infine alcune delle chicche che ci aspettano lungo il cammino:


tappa a Formigine dall'amico Giorgio;
ben OTTO passi montani che elencherò in un post separato;
la bellissima strada che costeggia la ferrovia in Svizzera: curvoni ampissimi, visuale libera per centinaia di metri, paesaggio maestoso di valli e montagne affilate.

Anche questa volta ricordate che serve un documento valido per l’espatrio e la tessera sanitaria.

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