Allora, leviamoci 'sto dente e non pensiamoci più.
No, scherzo, si sono divertiti tutti (credo), quindi cercherò di contenere il mio personale giudizio estremamente negativo di questo viaggio dal momento che gli altri sono stati bene.
Eravamo in tanti, in nove, e c'erano solo Norton Commando ad eccezione della Triumph 750 del Presidente. Non solo, ma degli 8 Commando, 5 erano Fastback! Vi posso assicurare che abbiamo fatto la nostra PORCA figura sia lungo il tragitto che una volta arrivati a Büriswilen.
Il primo giorno siamo arrivati al passo dell'Abetone dove è cominciata una pioggia che non ci ha più lasciato fino al ritorno. Il primo giorno di qualunque viaggio è sempre un po' particolare perché sia i piloti che le motociclette devono "spezzare il fiato" ovverosia entrare in sintonia, in temperatura e raggiungere un ritmo sostenibile che dovrà durare per tutto il viaggio. A volte serve anche a capire se c'è qualcosa che non va con i mezzi o con la disposizione dei bagagli. Meglio rimediare subito in quel caso.
Scesi dall'Abetone abbiamo raggiunto l'amico Giorgio a Formigine. In albergo ci hanno detto di parcheggiare le moto in modo "da non dare fastidio"..... Ora vorrei aprire e chiudere una piccola parentesi: siamo clienti come gli altri ospiti, paghiamo come gli altri ospiti e per giunta nello spazio di un maledetto SUV ci entrano 4 o 5 moto. Qualcuno mi spiega in che modo le motociclette "danno fastidio"? Vabeh... andate a farvi fottere.
La serata è stata molto gradevole, ci siamo mangiati una pizza buonissima ed eravamo tutti fomentati per quello che ci aspettava il giorno dopo e per tutto il resto del viaggio.
La mattina del secondo giorno c'è stata un po' di manutenzione soprattutto per rimediare ai problemi già causati dall'umidità e dalla pioggia. Inutile nasconderlo, i freni a tamburo ne risentono. Abbiamo preferito le autostrade per attraversare la pianura ma la velocità sostenuta e le vibrazioni hanno messo a dura prova alcune delle nostre moto. Ci siamo persi qualche pedana, un cavalletto e un cavo del contachilometri. Per fortuna nulla di irreparabile ma sono stati momenti poco piacevoli, specie quando si tratta di fare riparazioni di fortuna sdraiati sull'asfalto a pochi metri da tir e camion che sfrecciano uno dopo l'altro. Dopo una lunga giornata in moto siamo arrivati al lago di Como. L'intenzione era di visitare la Moto Guzzi ma purtroppo in quel periodo erano chiusi. Ci siamo fermati a Chiavenna dove siamo stati accolti alla grande dai ragazzi del Hotel Crimea. Ve lo consiglio. Stanze comode e pulite, personale cortese e simpatico, in particolare Mattia che si è fatto in quattro per farci mettere le motociclette al riparo - dentro all'albergo - da una bufera pazzesca che si è abbattuta sulla zona per buona parte della notte. La cena, nel Crotto accanto all'hotel, è stata eccezionale. Spero di potervi mostrare presto le foto del cosciotto d'agnello, trote, bistecche, polenta, tartufi e chi più ne ha più ne metta. Birra e un ottimo vino rosso accompagnavano il tutto mentre il cielo più nero che nero rovesciava una pioggia violentissima. E tuonava, tuonava..... tuonava.....
Nessuno ha detto quello che tutti pensavano: "speriamo che domattina non sia così!"
Per fortuna siamo ripartiti la mattina dopo che pioviccicava appena. Dopo dieci chilometri siamo entrati in Svizzera e abbiamo cominciato la salita verso il Maloja. Il paesaggio è subito maestoso ed imponente. Le montagne trasmettono un senso di grandezza e potenza che non lascia indifferenti. Eravamo tutti bardati di tuta impermeabile ed è servita. Quando poco dopo siamo arrivati in cima al secondo passo, lo Julierpass, ben oltre la linea degli alberi dove il paesaggio si fa quasi lunare, l'aria era decisamente molto fresca. La discesa a volte resa difficile da cantieri e tratti sterrati (AO?! fango? sterrato in discesa coi mezzi manubri??) non ci ha impedito di arrivare a Chur in poco tempo. Da lì a Büriswilen la strada non è lunghissima ma non è nemmeno dietro l'angolo e siamo arrivati al raduno, molto stanchi, alle sei del pomeriggio.
Ci è venuto incontro Roberto con un Norton telaio Featherbed con il sidecar (con cestino di vimini) che ci ha portato in un lussuosissimo albergo a Walzenhausen con una vista veramente mozzafiato sul lago di Costanza. La stradina per arrivare è tutta una curva e, fomentati dai numeri di Roberto con il sidecar alzato per aria, ci siamo tutti divertiti a salire (e scendere, e risalire più volte) fino all'albergo.
Il fine settimana al raduno è stato bello. Le moto non erano tantissime ma forse ancora più che la quantità, non c'era la varietà degli anni passati. A volte capita, e c'erano comunque dei bei mezzi. Bello anche ritrovare gli amici, come sempre. La festa va avanti tutta la notte, sotto al tendone con la musica, sui lunghi tavoloni di legno, a guardare i filmati d'epoca oppure all'aperto accanto al falò dove tutti si asciugano dalla pioggia.
Sabato mattina poi siamo andati a fare una "passeggiatina" di un centinaio di chilometri, per fortuna asciutti ma con un cielo che minacciava violenza...
Siamo stati da Hässig, che è un ricambista molto fornito: dalle T-shirt alle Rickman-Métisse complete. Ne abbiamo approfittato per rifornirci di ciò che le motociclette avevano perso o danneggiato lungo il viaggio e credo che sarà una tappa fissa anche per i prossimi anni.
Domenica dopo gli ultimi saluti abbiamo proseguito fino a casa di Kurt e Felicia che ci hanno accolto come sempre con grandissima ospitalità facendoci passare una bella giornata in compagnia. Piuttosto che ripartire tardi (e satolli) abbiamo preferito fermarci al British Corner per la sera ed è stata la decisione giusta per vari motivi.
Per prima cosa Bruno ci ha fatto visitare ancora una volta la loro officina dove stanno preparando le BSA M20 per la transcontinentale verso Vladivostok e forse addirittura il Giappone! Inutile dire che vorremmo TUTTI fare un viaggio, un'avventura vera del genere. Follia? Coraggio? Onestamente non saprei dire.
E abbiamo fatto bene a fermarci una notte in più perché il rientro in Italia è stato decisamente duro. Siamo saliti all'Albulapass dove la pioggia (certo, in tutto questo non dimenticate che ha piovuto SEMPRE, sempre, sempre) si stava trasformando in nevischio e il passo vero e proprio, la 'V' tra le montagne si stava imbiancando. Facevano 6 gradi. Ci siamo presi Gulasch e brodini caldi al rifugio, per scaldarci un po' e riprendere fiato. Giù dall'Albulapass e su verso il Bernina, con un asfalto bagnato e liscio come vetro. Arrivati in cima facevano 3 gradi. TRE.
Altro spuntino aspettando che passasse un banco di nebbia fittissima e poi di nuovo in sella, con le motociclette che erano gelate, i bagagli fracichi, i guanti fracichi, i caschi fracichi, rendo l'idea?
Finalmente di nuovo a valle, ma non è finita! Di nuovo su verso il passo Crocedomini dove per forunta abbiamo trovato un po' di sole e un grosso rifugio tutto di legno dove abbiamo passato la notte e cenato alla grandissima ancora una volta.
L'ultimo giorno abbiamo fatto molte centinaia di chilometri fino a casa, tutta una tirata, faticosa, stressante, con altri guasti e tutti oramai indolenziti. Ma siamo tornati tutti, con tutte le moto pronte a ripartire tra un paio di settimane per il nostro raduno.
p.s. è con grande piacere che ho potuto constatare che la scarpa del Dottore non è più scamosciata, bensì pulita e ben lucidata!
No, scherzo, si sono divertiti tutti (credo), quindi cercherò di contenere il mio personale giudizio estremamente negativo di questo viaggio dal momento che gli altri sono stati bene.
Eravamo in tanti, in nove, e c'erano solo Norton Commando ad eccezione della Triumph 750 del Presidente. Non solo, ma degli 8 Commando, 5 erano Fastback! Vi posso assicurare che abbiamo fatto la nostra PORCA figura sia lungo il tragitto che una volta arrivati a Büriswilen.
Il primo giorno siamo arrivati al passo dell'Abetone dove è cominciata una pioggia che non ci ha più lasciato fino al ritorno. Il primo giorno di qualunque viaggio è sempre un po' particolare perché sia i piloti che le motociclette devono "spezzare il fiato" ovverosia entrare in sintonia, in temperatura e raggiungere un ritmo sostenibile che dovrà durare per tutto il viaggio. A volte serve anche a capire se c'è qualcosa che non va con i mezzi o con la disposizione dei bagagli. Meglio rimediare subito in quel caso.
Scesi dall'Abetone abbiamo raggiunto l'amico Giorgio a Formigine. In albergo ci hanno detto di parcheggiare le moto in modo "da non dare fastidio"..... Ora vorrei aprire e chiudere una piccola parentesi: siamo clienti come gli altri ospiti, paghiamo come gli altri ospiti e per giunta nello spazio di un maledetto SUV ci entrano 4 o 5 moto. Qualcuno mi spiega in che modo le motociclette "danno fastidio"? Vabeh... andate a farvi fottere.
La serata è stata molto gradevole, ci siamo mangiati una pizza buonissima ed eravamo tutti fomentati per quello che ci aspettava il giorno dopo e per tutto il resto del viaggio.
La mattina del secondo giorno c'è stata un po' di manutenzione soprattutto per rimediare ai problemi già causati dall'umidità e dalla pioggia. Inutile nasconderlo, i freni a tamburo ne risentono. Abbiamo preferito le autostrade per attraversare la pianura ma la velocità sostenuta e le vibrazioni hanno messo a dura prova alcune delle nostre moto. Ci siamo persi qualche pedana, un cavalletto e un cavo del contachilometri. Per fortuna nulla di irreparabile ma sono stati momenti poco piacevoli, specie quando si tratta di fare riparazioni di fortuna sdraiati sull'asfalto a pochi metri da tir e camion che sfrecciano uno dopo l'altro. Dopo una lunga giornata in moto siamo arrivati al lago di Como. L'intenzione era di visitare la Moto Guzzi ma purtroppo in quel periodo erano chiusi. Ci siamo fermati a Chiavenna dove siamo stati accolti alla grande dai ragazzi del Hotel Crimea. Ve lo consiglio. Stanze comode e pulite, personale cortese e simpatico, in particolare Mattia che si è fatto in quattro per farci mettere le motociclette al riparo - dentro all'albergo - da una bufera pazzesca che si è abbattuta sulla zona per buona parte della notte. La cena, nel Crotto accanto all'hotel, è stata eccezionale. Spero di potervi mostrare presto le foto del cosciotto d'agnello, trote, bistecche, polenta, tartufi e chi più ne ha più ne metta. Birra e un ottimo vino rosso accompagnavano il tutto mentre il cielo più nero che nero rovesciava una pioggia violentissima. E tuonava, tuonava..... tuonava.....
Nessuno ha detto quello che tutti pensavano: "speriamo che domattina non sia così!"
Per fortuna siamo ripartiti la mattina dopo che pioviccicava appena. Dopo dieci chilometri siamo entrati in Svizzera e abbiamo cominciato la salita verso il Maloja. Il paesaggio è subito maestoso ed imponente. Le montagne trasmettono un senso di grandezza e potenza che non lascia indifferenti. Eravamo tutti bardati di tuta impermeabile ed è servita. Quando poco dopo siamo arrivati in cima al secondo passo, lo Julierpass, ben oltre la linea degli alberi dove il paesaggio si fa quasi lunare, l'aria era decisamente molto fresca. La discesa a volte resa difficile da cantieri e tratti sterrati (AO?! fango? sterrato in discesa coi mezzi manubri??) non ci ha impedito di arrivare a Chur in poco tempo. Da lì a Büriswilen la strada non è lunghissima ma non è nemmeno dietro l'angolo e siamo arrivati al raduno, molto stanchi, alle sei del pomeriggio.
Ci è venuto incontro Roberto con un Norton telaio Featherbed con il sidecar (con cestino di vimini) che ci ha portato in un lussuosissimo albergo a Walzenhausen con una vista veramente mozzafiato sul lago di Costanza. La stradina per arrivare è tutta una curva e, fomentati dai numeri di Roberto con il sidecar alzato per aria, ci siamo tutti divertiti a salire (e scendere, e risalire più volte) fino all'albergo.
Il fine settimana al raduno è stato bello. Le moto non erano tantissime ma forse ancora più che la quantità, non c'era la varietà degli anni passati. A volte capita, e c'erano comunque dei bei mezzi. Bello anche ritrovare gli amici, come sempre. La festa va avanti tutta la notte, sotto al tendone con la musica, sui lunghi tavoloni di legno, a guardare i filmati d'epoca oppure all'aperto accanto al falò dove tutti si asciugano dalla pioggia.
Sabato mattina poi siamo andati a fare una "passeggiatina" di un centinaio di chilometri, per fortuna asciutti ma con un cielo che minacciava violenza...
Siamo stati da Hässig, che è un ricambista molto fornito: dalle T-shirt alle Rickman-Métisse complete. Ne abbiamo approfittato per rifornirci di ciò che le motociclette avevano perso o danneggiato lungo il viaggio e credo che sarà una tappa fissa anche per i prossimi anni.
Domenica dopo gli ultimi saluti abbiamo proseguito fino a casa di Kurt e Felicia che ci hanno accolto come sempre con grandissima ospitalità facendoci passare una bella giornata in compagnia. Piuttosto che ripartire tardi (e satolli) abbiamo preferito fermarci al British Corner per la sera ed è stata la decisione giusta per vari motivi.
Per prima cosa Bruno ci ha fatto visitare ancora una volta la loro officina dove stanno preparando le BSA M20 per la transcontinentale verso Vladivostok e forse addirittura il Giappone! Inutile dire che vorremmo TUTTI fare un viaggio, un'avventura vera del genere. Follia? Coraggio? Onestamente non saprei dire.
E abbiamo fatto bene a fermarci una notte in più perché il rientro in Italia è stato decisamente duro. Siamo saliti all'Albulapass dove la pioggia (certo, in tutto questo non dimenticate che ha piovuto SEMPRE, sempre, sempre) si stava trasformando in nevischio e il passo vero e proprio, la 'V' tra le montagne si stava imbiancando. Facevano 6 gradi. Ci siamo presi Gulasch e brodini caldi al rifugio, per scaldarci un po' e riprendere fiato. Giù dall'Albulapass e su verso il Bernina, con un asfalto bagnato e liscio come vetro. Arrivati in cima facevano 3 gradi. TRE.
Altro spuntino aspettando che passasse un banco di nebbia fittissima e poi di nuovo in sella, con le motociclette che erano gelate, i bagagli fracichi, i guanti fracichi, i caschi fracichi, rendo l'idea?
Finalmente di nuovo a valle, ma non è finita! Di nuovo su verso il passo Crocedomini dove per forunta abbiamo trovato un po' di sole e un grosso rifugio tutto di legno dove abbiamo passato la notte e cenato alla grandissima ancora una volta.
L'ultimo giorno abbiamo fatto molte centinaia di chilometri fino a casa, tutta una tirata, faticosa, stressante, con altri guasti e tutti oramai indolenziti. Ma siamo tornati tutti, con tutte le moto pronte a ripartire tra un paio di settimane per il nostro raduno.
p.s. è con grande piacere che ho potuto constatare che la scarpa del Dottore non è più scamosciata, bensì pulita e ben lucidata!