Grazie a Petros per aver scritto questo resoconto del mitico viaggio all’isola di Man nell’estate di qualche anno fa. Un coraggioso manipolo di eroi per una prova memorabile.
"Fra i viaggi questo ha un posto riservato nel cuore e ancora oggi per me è "Il Viaggio" perché meglio di ogni altro ha rappresentato la realizzazione di un sogno giovanile carico di simboli e significati. Attraversare l'Europa per correre con la mia moto sulle strade del T.T.
L'appuntamento per la partenza è al box di Peppe, la Quisisana delle nostre moto Inglesi, alle ore 16.00. Ci contiamo e siamo in cinque. Mauro, Peppe, Claudio, Riccardo ed io,Petros. Quattro Norton Commando ed una B.S.A. Spitfire. Tutti determinati e con lo spirito di chi si sente intimamente in perenne viaggio per l'Itaca.
Attraversammo la Francia dalle parti del castello di Carcassonne continuando lungo la statale che affianca il canal de Midi tra pioppi e bateaux in lenta navigazione e poi lungo il fiume Garrone, che scorre in seno a colline piene dei vigneti di Bordeaux e ancora avanti sino al suo delta nelle cui sponde riposammo una notte. Ricordo la tentazione di fermarsi dovunque, tanta è la bellezza attorno ma il viaggio è lungo e raggiungere l'isola è un pensiero costante. Si continua su per i castelli della Loira, Mont St Michel, i boschi della Normandia pieni di ombre.
Abbiamo visto L'Irlanda fugacemente accompagnati da una pioggia costante e qualche noia con l'impianto elettrico. Ricordo l'ospitalità di quei motociclisti, padre e figlio che ci hanno trascinato nel pub offrendoci boccali di birra Guinness, nettare Irlandese, rispettosi e compiaciuti della nostra impresa. Già, perché da quel momento profumava di impresa.
Il traghetto della Steam Packet Company ci allontana con la velocità di un motoscafo dalle luci di Dublino e ci porta in piena notte nelle braccia di Douglas, capitale dell' Isle of Man. Ricordo il primo gesto sull'isola, il bacio di Claudio sull'asfalto sotto la luna e le nostre moto allineate accanto al tabellone di legno che sovrasta la linea di partenza del circuito cittadino, il più glorioso circuito cittadino. Un circuito che strega i piloti e li conduce a gesti di altri tempi, eroici. "…se vai forte non vincerai mai, per vincere bisogna avere la consapevolezza di rischiare la vita in ogni momento, accettarla e poi ignorarla deliberatamente…" disse John Crellin in un intervista il giorno prima del suo a-Dio il 12 Giugno 2009 a 55 anni mentre correva al Senior T.T., penso l'ultimo degli oltre 200 piloti deceduti. Credetemi tutto ciò si avverte nell'aria e ti induce ammirazione e rispetto. Percorrere quelle strade fa parte di quelle esperienze speciali che non appartengono al passato, ma sono sempre in uno spazio mentale senza tempo, ed ogni volta che ci penso come ora dopo quattro anni, trovano le parole per raccontare cose nuove ed evocano piacere e desideri per altri viaggi ancora. Lì il gruppo è venuto meno ed ognuno ha percorso in lungo e in largo a modo suo, più e più volte il circuito inebriati di sensazioni. I pensieri venivano sempre dopo, quando ci incontravamo casualmente sulla linea di partenza con i paddock in fermento dai partecipanti del classic T.T. o sul lungomare, ma sempre la sera nei pub per condividere. Mauro e Peppe parlavano di strani incontri con folletti, Claudio di Ballaugh bridge, Riccardo dei strani rumori del suo motore ed io stavo in contemplazione, stavo bene cosi.
Il ritorno ci vede sulle strade inglesi. Da Liverpool a Birmingham e al suo museo della storia dell'industria motociclistica Inglese. Poi una sosta a Londra con una visita di rito al Ace Cafe, dopo aver attraversato con Claudio the City sotto una pioggia battente che ci ha lasciato giorni dopo non prima di esserci addentrati nella Francia Nord Est. L'inclemenza del cielo ha messo a dura prova le nostre moto, i nostri indumenti ed ha fatto da cornice alle incomprensioni che ci hanno accompagnato nei momenti di crisi. Ma nonostante ciò lo spirito è rimasto alto ed ha saputo e voluto affogarle nello champagne di Reims in quella abbuffata di lusso che rimarrà per sempre nei nostri ricordi come " un mercoledì da Meloni". Del resto ricordo il pranzo fatto a pochi chilometri da Roma quale epilogo o prologo dell'avventura successiva.
P.S. Un ringraziamento speciale va alla mia Commando che poco dopo il nostro ritorno la impossessò sul G.R.A. di Roma un rumore sinistro a causa di una rottura nel cuore del motore. Portata a Quisisana le feci le protesi d'anca ed altro ancora, ed è lì pronta che mi guarda."
"Fra i viaggi questo ha un posto riservato nel cuore e ancora oggi per me è "Il Viaggio" perché meglio di ogni altro ha rappresentato la realizzazione di un sogno giovanile carico di simboli e significati. Attraversare l'Europa per correre con la mia moto sulle strade del T.T.
L'appuntamento per la partenza è al box di Peppe, la Quisisana delle nostre moto Inglesi, alle ore 16.00. Ci contiamo e siamo in cinque. Mauro, Peppe, Claudio, Riccardo ed io,Petros. Quattro Norton Commando ed una B.S.A. Spitfire. Tutti determinati e con lo spirito di chi si sente intimamente in perenne viaggio per l'Itaca.
Attraversammo la Francia dalle parti del castello di Carcassonne continuando lungo la statale che affianca il canal de Midi tra pioppi e bateaux in lenta navigazione e poi lungo il fiume Garrone, che scorre in seno a colline piene dei vigneti di Bordeaux e ancora avanti sino al suo delta nelle cui sponde riposammo una notte. Ricordo la tentazione di fermarsi dovunque, tanta è la bellezza attorno ma il viaggio è lungo e raggiungere l'isola è un pensiero costante. Si continua su per i castelli della Loira, Mont St Michel, i boschi della Normandia pieni di ombre.
Abbiamo visto L'Irlanda fugacemente accompagnati da una pioggia costante e qualche noia con l'impianto elettrico. Ricordo l'ospitalità di quei motociclisti, padre e figlio che ci hanno trascinato nel pub offrendoci boccali di birra Guinness, nettare Irlandese, rispettosi e compiaciuti della nostra impresa. Già, perché da quel momento profumava di impresa.
Il traghetto della Steam Packet Company ci allontana con la velocità di un motoscafo dalle luci di Dublino e ci porta in piena notte nelle braccia di Douglas, capitale dell' Isle of Man. Ricordo il primo gesto sull'isola, il bacio di Claudio sull'asfalto sotto la luna e le nostre moto allineate accanto al tabellone di legno che sovrasta la linea di partenza del circuito cittadino, il più glorioso circuito cittadino. Un circuito che strega i piloti e li conduce a gesti di altri tempi, eroici. "…se vai forte non vincerai mai, per vincere bisogna avere la consapevolezza di rischiare la vita in ogni momento, accettarla e poi ignorarla deliberatamente…" disse John Crellin in un intervista il giorno prima del suo a-Dio il 12 Giugno 2009 a 55 anni mentre correva al Senior T.T., penso l'ultimo degli oltre 200 piloti deceduti. Credetemi tutto ciò si avverte nell'aria e ti induce ammirazione e rispetto. Percorrere quelle strade fa parte di quelle esperienze speciali che non appartengono al passato, ma sono sempre in uno spazio mentale senza tempo, ed ogni volta che ci penso come ora dopo quattro anni, trovano le parole per raccontare cose nuove ed evocano piacere e desideri per altri viaggi ancora. Lì il gruppo è venuto meno ed ognuno ha percorso in lungo e in largo a modo suo, più e più volte il circuito inebriati di sensazioni. I pensieri venivano sempre dopo, quando ci incontravamo casualmente sulla linea di partenza con i paddock in fermento dai partecipanti del classic T.T. o sul lungomare, ma sempre la sera nei pub per condividere. Mauro e Peppe parlavano di strani incontri con folletti, Claudio di Ballaugh bridge, Riccardo dei strani rumori del suo motore ed io stavo in contemplazione, stavo bene cosi.
Il ritorno ci vede sulle strade inglesi. Da Liverpool a Birmingham e al suo museo della storia dell'industria motociclistica Inglese. Poi una sosta a Londra con una visita di rito al Ace Cafe, dopo aver attraversato con Claudio the City sotto una pioggia battente che ci ha lasciato giorni dopo non prima di esserci addentrati nella Francia Nord Est. L'inclemenza del cielo ha messo a dura prova le nostre moto, i nostri indumenti ed ha fatto da cornice alle incomprensioni che ci hanno accompagnato nei momenti di crisi. Ma nonostante ciò lo spirito è rimasto alto ed ha saputo e voluto affogarle nello champagne di Reims in quella abbuffata di lusso che rimarrà per sempre nei nostri ricordi come " un mercoledì da Meloni". Del resto ricordo il pranzo fatto a pochi chilometri da Roma quale epilogo o prologo dell'avventura successiva.
P.S. Un ringraziamento speciale va alla mia Commando che poco dopo il nostro ritorno la impossessò sul G.R.A. di Roma un rumore sinistro a causa di una rottura nel cuore del motore. Portata a Quisisana le feci le protesi d'anca ed altro ancora, ed è lì pronta che mi guarda."
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